A dispetto della grammatica, il design è un sostantivo femminile!
Tante le presenze femminili nel settore e tanti i gioielli dell’interior design e dell’architettura nati dalla creatività di donne che, di generazione in generazione, hanno saputo caparbiamente lottare, affermarsi e scrivere la storia dell'arredamento e della progettazione per interni. Menti rivoluzionarie che hanno attraversato le varie epoche lavorando con determinazione, visione e coraggio di indicare nuove strade possibili.
A cominciare dalle pioniere, l’irlandese Eileen Gray e la parigina Charlotte Perriand, abbiamo voluto omaggiar le designer che hanno dato (e tuttora danno) un contributo fondamentale al mondo creativo e progettuale del design, proponendo uno sguardo personale ed un punto di vista avanguardistico arricchito di innata sensibilità femminile.
In questo articolo
- 1. Eileen Gray
- 2. Charlotte Perriand
- 3. Gae Aulenti
- 4. Lina Bo Bardi
- 5. Nanda Vigo
- 6. Patricia Urquiola
1. Eileen Gray
Nata in Irlanda nel 1878 da una famiglia ricca ed aristocratica, Eileen Gray si specializzò in architettura d'interni e design divenendo una delle più apprezzate rappresentanti della sua epoca delle tendenze moderniste di arredamento. Nel 1924 iniziò a lavorare insieme a Jean Badovici alla villa E-1027, una struttura con forma ad L, tetto piatto, finestroni alti dal pavimento al soffitto ed imponenti scale a chiocciola. Oltre alla struttura architettonica, Eileen progettò gli arredi con criteri d'avanguardia. Celebri le sue creazioni ispirate alle strutture d’acciaio tubolari e agli esperimenti Bauhaus di Marcel Breuer: la tondeggiante poltrona Bibendum e il tavolo circolare in vetro E-1027, ancora oggi prodotti da ClassiCon.
2. Charlotte Perriand
La francese Charlotte Perriand può dirsi a tutti gli effetti una delle fondatrici del design contemporaneo. Rimasto celebre l’aneddoto del suo primo incontro con Le Corbusier, il quale, vedendola inesperta e, soprattutto donna, le rivolse queste parole sarcastiche: «Qui non si ricamano cuscini». La storia però ha dato ragione a quella giovane e promettente artista che negli anni a venire avrebbe rivoluzionato il mondo del design e collaborato attivamente con Pierre Jeanneret e con lo stesso Le Corbusier, firmando con loro alcuni tra i più prestigiosi mobili della collezione Equipement intérieur d'une habitation presentata nel 1929 al Salon d'Automne di Parigi.
Da allora questi modelli, entrati a far parte dell’immaginario collettivo dell’interior design, sono ancora prodotti con successo e rappresentano una continua fonte di ispirazione per le nuove generazioni. Due esempi su tutti: l’iconica poltrona LC3 Grand Confort, nelle versioni peitit modèle e grand modèle, e la celeberrima LC4, chaise longue a inclinazione variabile con culla in acciaio cromato e piedistallo in acciaio verniciato, entrambe prodotte da Cassina.
3. Gae Aulenti
Scomparsa nel 2012, Gae Aulenti, designer italiana e "signora dell'architettura", è stata una grande icona del genio femminile applicato al design e al restauro architettonico. Gae è famosa in tutto il mondo per aver trasformato la stazione ferroviaria di Paris Orsay nell’omonimo Museo di Arte Moderna Musée d’Orsay, ma anche per aver lasciato un segno indelebile in numerose città del mondo con il suo genio artistico e per aver progettato oggetti d’arredo ancora oggi considerati icone di un design senza tempo: l’intramontabile lampada Giova e il celebre Tavolo con Ruote, esempio di una progettualità intuitiva nata dall’associazione con strumenti di uso quotidiano. Sembra che a ispirare il mitico tavolo, nato nei primi anni ’80, sia stato, infatti, un carrello industriale utilizzato nella sede di FontanaArte per il trasporto di vetri. Ripiano e ruote: perché non combinare insieme questi elementi in un oggetto di design? Intuizione tanto semplice quanto geniale che, in poche mosse, ha permesso di trasformare uno strumento di lavoro in un prototipo destinato a durare per sempre. Sorprendente anche la declinazione successiva del Tavolo con Ruote, Tour, un tavolo dotato anch’esso di ruote, in questo caso di bicicletta.
4. Lina Bo Bardi
Lina Bo Bardi, italiana naturalizzata brasiliana, è stata una delle figure più significative e rivoluzionarie dell’architettura del Novecento. Attiva in tantissimi settori, dall’architettura alla scenografia, dal design all’attività editoriale, fino al cinema e alla museografia, tra i suoi progetti più importanti c’è la realizzazione della “Casa di vetro” nel quartiere di Morumbi a San Paolo del Brasile e la progettazione, insieme al marito Pietro Maria Bardi, del Museo d’Arte Moderna di San Paolo.
Nel corso della sua carriera Lina si è distinta per la sua ecletticità e per la sua capacità di dar vita a opere ed allestimenti mai caratterizzati da opulenza e preponderanza tecnologica, ma piuttosto orientati a instaurare un rapporto vero e sincero con la gente e ad abbattere i confini tra artista e pubblico. Lina scriveva: «Per un architetto, la cosa più importante non è costruire bene, ma sapere come vive la maggior parte della gente».
Negli anni ’50 rivoluzionò il mondo del design con un approccio totalmente focalizzato sull’interazione tra uomo e oggetto. Frutto di questa capacità di mettere le persone al centro di ogni progetto è la mitica Bowl Chair (ancora oggi prodotta da Arper), una seduta dalla forma universale, ergonomica, funzionale e flessibile, capace di integrarsi armoniosamente in qualunque ambiente e di fondersi con l’uomo in maniera quasi simbiotica.
5. Nanda Vigo
Progettista, architetta, designer e artista a tutto tondo, Nanda Vigo (1936) domina la scena artistica italiana dalla fine degli anni Cinquanta col segno distintivo del suo genio trasversale. Artista poliedrica come poche, Nanda ha saputo cogliere (e anticipare) le novità culturali e di gusto del suo tempo, allargando la visione a una rivoluzionaria contaminazione di linguaggi e ad un rapporto interdisciplinare tra arte, design, architettura e ambiente. Il suo repertorio, ricco di stimoli variegati, viaggia tra le influenze del movimento radicale degli anni '60 e lo stile del “total environments” dei grandi architetti modernisti come Frank Lloyd Wright, Giuseppe Terragni e Gio’ Ponti, con il quale ha progettando tra le altre cose la “Casa sotto le foglie”.
Allo stesso tempo la pionieristica designer italiana ha avuto un ruolo di primo piano nel movimento avanguardista ZERO, la cui leggendaria mostra venne allestita nello studio di Lucio Fontana a Milano. Tra le altre sue lungimiranti creazioni troviamo la spettacolare “Casa Museo Remo Brindisi”, la “Zero House”, la “Casa Gialla” e, nel campo dell’interior design, la sedia Due Più, la celebre Lampada Golden Gate, per la quale ha ricevuto nel 1971 il premio New York Award for Industrial Design, e le opere Light Tree (1984) e Cronotopo (1964).
6. Patricia Urquiola
Chiudiamo questa mini rassegna dedicata ad alcune delle grandi donne della storia del design e dell’architettura, omaggiando la designer spagnola e italiana d’adozione Patricia Urquiola, da tutti considerata una delle figure di spicco nel panorama del design contemporaneo. Il suo è uno stile che si fonda sull’equilibrio tra rigore e fantasia, tra bellezza e comfort: un design colto e contemporaneo basato su un concetto dell’abitare dinamico e aperto a stimoli provenienti dalla vita quotidiana. Tutto per lei può diventare una fonte d’ispirazione per la creazione di pezzi di design originali e fuori dall’ordinario: dai giochi della figlia a un centrino fatto a mano scovato durante un viaggio, passando per i ricordi d’infanzia. Ispirata all’isola dove vivevano i suoi nonni (e che lei frequentava da ragazza) è, infatti, la cucina Salinas (prodotta da Boffi): leggera, flessibile ed eco-compatibile, Salinas è realizzata con un patchwork di materiali diversi e un inconfondibile tratto femminile. Un altro bellissimo progetto nato dal suo genio artistico è il Mandarin Oriental Hotel a Barcellona, una creazione che coniuga l’aspetto legato all’accoglienza e alla sensazione di intimità e calore familiare, con una serie di effetti scenografici dal forte impatto visivo che letteralmente “ipnotizzano” i visitatori: basti pensare alla rampa luminosa e visivamente “sospesa in aria” che attraversa la corte interna e conduce alla trionfale hall dell’albergo.
Dal 2015 Patricia è alla direzione artistica di Cassina, un brand legato sia alla produzione di pezzi di design attuale, sia alla riedizione – come abbiamo visto - delle opere dei grandi maestri del design.