Fronzoli d’ogni tipo, purché contribuiscano ad esaltare uno stile, quello del Kitsch. Il termine è tedesco ma il suo significato è universale: cattivo gusto. Insomma, tutto ciò che offende in qualche modo il senso estetico o i canoni dell'eleganza e del buon gusto. Ammesso, però, che questi canoni si conoscano. Il bello del Kitsch, infatti, sta proprio nel potersi facilmente camuffare, specie quando se ne parla in ambito di interior design o di fashion. Chi decide che alcune scelte siano ragionate proprio per sembrare Kitsch, come moda vuole, e chi, invece, dipinge i muri di rosa in cucina per innato cattivo gusto? La questione è intricata e noi vogliamo approfondirla un po'.
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Avevano buon gusto gli Dei e gli Eroi della Grecia? Erano di buon gusto quei templi carichi di fregi variopinti? E come si comportavano da un punto di vista estetico oltre che etico, i personaggi della Mitologia ellenica? Il Kitsch, allora, non era ancora nato; oppure tutta l'arte di quei tempi era già Kitsch? A dire il vero, siccome c'era allora, come in tutte le altre grandi epoche culturali, un unico credo estetico, la distinzione tra Arte e Kitsch non era ancora possibile.
Altre volte, invece, dobbiamo amarlo di più, perché ormai il Kitsch è diventato sinonimo di stile. Pensate al Gucci animalier: chi non rabbrividirebbe di fronte a certi mocassini? Eppure, basta qualcuno che li indossi con stile e quei mocassini saranno imperituri. Il bello del Kitsch è proprio questo: vale sempre. E per la stessa regola, un cuscino leopardato su un divano fucsia, non passerà mai di moda, supererà le correnti e rimarrà intramontabile.
E allora liberate la fantasia! Pensate agli accostamenti più strani, se è vero che gli opposti si attraggono, una poltrona vintage starà benissimo se tappezzata con colori fluo. E poi i fenicotteri, “da dove vengono i maledetti fenicotteri rosa gonfiabili”? Si chiede qualcuno, e la risposta è sempre la stessa: il Kitsch. Si chiama flamingomania e consiste nel rimpiazzare tutto il rimpiazzabile con fenicotteri rosa, colorati e stravaganti, che porteranno allegria anche nell’antibagno più squallido.
Insomma, approfittiamone di questo Kitsch, rendiamolo più bello di quanto non suggerisca il nome. Via libera alle stoviglie rosa porcello, alle sedie 100% plastica purché abbinate ad un tavolo monumentale, via libera ai tappetini pieni di frange, ai santini, ai bicchierini da grappa giallo-evidenziatore. Sbizzarritevi! E se qualcuno disprezzerà il vostro stile, rispondete con tre sole parole: ma è Kitsch!