La semplicità ed essenzialità di stile, focalizzato al funzionalismo, ma senza tralasciare l'eleganza, sono i principi base su cui si fonda lo studio d'architettura Manuarino. Attraverso una costante attenzione ai dettagli, riesce a rendere unici tutti gli ambienti ed a soddisfare pienamente le esigenze della committenza. I progetti riflettono l'attitudine e la voglia di creare, sperimentando nuovi accostamenti e soluzioni da cui fuoriesce costante vitalità.
In questo articolo
- 1. Com'è nata l'idea di fondare lo studio?
- 2. Avete una filosofia di base?
- 3. Potreste dirci 3 valori che vi rendono esclusivi rispetto agli altri studi?
- 4. Potreste parlarci del vostro progetto “Villa Passariello” ?
- 5. Cosa rende speciale la professione dell'architetto?
- 6. Cosa influenza il vostro lavoro?
- 7. Se poteste scegliere un colore che rappresenti lo studio, quale scegliereste e perché?
- 8. Su cosa state lavorando al momento? Potete anticiparci qualcosa?
1. Com'è nata l'idea di fondare lo studio?
Lo Studio Manuarino è nato da una opportunità. Terminati gli studi in Svizzera, più precisamente all’Accademia di Architettura di Mendrisio in Ticino, nel 2011 Salvatore Vicidomini si trova di fronte alla decisione non facile di intraprendere un percorso professionale autonomo fin da subito. Grazie all’allettante opportunità di progettare casa di uno zio parte questa avventura che ormai conta sette anni di esperienza. Due anni dopo la fondazione lo studio allarga le proprie competenze al mondo della grafica e della comunicazione visiva, grazie alla figura della Designer Isabel Pugliese.
2. Avete una filosofia di base?
Pochi concetti riescono a sintetizzare la nostra filosofia professionale: semplicità, eleganza, essenzialità, materialità, funzionalismo, attenzione al dettaglio. All’antitesi ce ne sono altre che rappresentano tutto quello che lo studio evita con prepotenza: stili passeggeri, finzioni, capricci estetici, formalismi, sovrapposizioni, ridondanze.
3. Potreste dirci 3 valori che vi rendono esclusivi rispetto agli altri studi?
Probabilmente più di altri studi crediamo nel rapporto con il cliente, nel rapporto con gli esecutori e nell’importanza dell’utilizzo di materiali e tecniche tipiche del luogo in cui si trova l’opera.
4. Potreste parlarci del vostro progetto “Villa Passariello” ?
Il progetto residenziale più importante che lo studio ha avuto la fortuna di seguire. Si tratta di una Villa di vacanza per una famiglia che risiede negli Stati Uniti. La proprietà è circondata da uno stupendo panorama sui Campi Flegrea e sulle Isole del golfo di Napoli che a 360° pervade le visuali da ogni angolo dello spazio esterno e interno dell’abitazione. È quasi inevitabile incappare in qualche scorcio suggestivo e mozzafiato da ognuno dei tre livelli. La ristrutturazione ha trasformato quello che in origine era un fabbricato speculativo degli anni ottanta, in un’aggregazione di “bianchi volumi sotto la luce”, che ricordano volontariamente le architetture mediterranee delle isole che si possono ammirare dalle sue terrazze: Procida, Ischia e Capri pur mantenendo un forte carattere contemporaneo. Pietra di travertino, muratura bianca, cemento industriale in pavimentazione, sono i materiali che dettano il tema sensoriale al progetto. Le facciate sono tenute pulite e pure senza alcun elemento che ne disturbi la geometria, nessun corpo illuminante decorativo, nessun elemento tecnologico a vista, nessun rubinetto, idrante. Solo architettura, natura e paesaggio.
5. Cosa rende speciale la professione dell'architetto?
Non sarebbe possibile fare un mestiere così duro e a volte frustrante se non si credesse con forza che è il mestiere più bello del mondo. Dar vita alle idee è l’essenza della differenza tra l’umanità rispetto agli altri esseri viventi, e della professione dell’architetto questo è senza dubbio l’aspetto più affascinante. Un oggetto che fino a pochi mesi prima era solo un’astrazione della mente diventa pensiero compiuto su un foglio di carta o su un monitor e qualche tempo dopo realtà tangibile e poderosa! Questo è quello che ci spinge a dare sempre il massimo.
6. Cosa influenza il vostro lavoro?
Tutto. Libri, musica, film, i committenti, riviste, e così via. Sulle cartelline che diamo ai clienti per consegnare i progetti c’è una frase di Jean-Luc Godard a cui teniamo molto: “Non è da dove prendi le cose, è dove le porti.”
7. Se poteste scegliere un colore che rappresenti lo studio, quale scegliereste e perché?
Senza dubbio il giallo. Forza, luce, vitalità e voglia di sperimentare!
8. Su cosa state lavorando al momento? Potete anticiparci qualcosa?
Sono tanti i progetti a cui stiamo lavorando al momento. Alcune abitazioni a cui stiamo dedicando molti sforzi ma che ci stanno regalando grosse soddisfazioni e qualche progetto di natura commerciale-ricettivo che prevediamo possa diventare un vero e proprio manifesto per lo studio, sono solo alcune anticipazioni di quello che impegna lo studio attualmente e che presto pubblicheremo.