La questione dello smaltimento dei rifiuti è uno degli argomenti affrontati più di frequente negli ultimi anni. L’impatto ambientale dei rifiuti mal (o affatto) riciclati è una problematica che inizia, finalmente, ad avere il rilievo che avrebbe meritato già qualche decennio fa. Tra le attività che producono ingenti quantità di rifiuti rientrano sicuramente quelle legate all’edilizia. A tutti sarà capitato di vedere cumuli di macerie all’interno di cantieri. Ma quali sono le regole per lo smaltimento dei rifiuti edili? Chi è tenuto a occuparsene? Vediamo cosa impone, al riguardo, la normativa italiana.

Come smaltire i rifiuti edilizi
I rifiuti derivanti da interventi edilizi sono classificati come rifiuti speciali e non possono, dunque, essere trattati come comuni rifiuti. La normativa italiana prevede, infatti, che il soggetto obbligato allo smaltimento provveda al loro trasporto in discarica o a un idoneo impianto di trasformazione. Nel caso in cui si tratti di quantità esigue di rifiuti (ad esempio perché provenienti da piccoli lavori effettuati in ambito domestico) è ammessa anche la possibilità di trasporto presso le isole ecologiche del Comune di appartenenza. Non sempre però i Comuni ammettono questo tipo di rifiuti all’interno delle isole ecologiche, sarà dunque necessario informarsi preventivamente su tale possibilità. La raccolta delle macerie va, comunque, sempre effettuata tramite apposite ditte, regolarmente iscritte all'Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, previa compilazione di una specifica modulistica.

Smaltimento macerie: chi deve occuparsene?
Innanzitutto va chiarito che la maggior parte dei rifiuti prodotti da lavori edili è costituita da materiali inerti, come calcinacci di intonaco, laterizi, cemento armato e non, derivanti da attività di demolizione e costruzione. La norma che, in Italia, disciplina le modalità di smaltimento di questo tipo di rifiuti è il Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (il cd. Codice dell’ambiente) che stabilisce che l'onere di smaltire i rifiuti provenienti da interventi edilizi, è posto a carico del soggetto che produce le macerie. Nel caso in cui, dunque, il lavoro sia stato eseguito da un’impresa edilizia, sarà l'impresa stessa a doversi preoccupare dello smaltimento, mentre nel caso in cui i lavori siano stati eseguiti da un privato, sarà quest’ultimo il soggetto obbligato.

Come ridurre al minimo i rifiuti
Da quanto detto risulta evidente che lo smaltimento dei rifiuti edilizi è un’attività complessa e dispendiosa sia in termini di tempo che dal punto di vista economico. È dunque importante per gli addetti ai lavori ridurre al minimo il materiale da smaltire. A tal scopo, il sistema migliore, anche dal punto di vista ecologico, è chiaramente il riciclo. Non tutti i materiali prodotti da lavori edilizi, però, possono essere riutilizzati. È necessario, dunque, effettuare una cernita. I metodi utilizzati in questo senso sono principalmente la demolizione “selettiva” e quella “controllata”. La prima consiste nell’individuazione degli scarti a monte. Si basa su tecniche in grado di selezionare i materiali di scarto, così da poter indirizzare quelli riutilizzabili ad appositi impianti di trattamento. Con la demolizione controllata, invece, gli scarti vengono differenziati in un secondo momento, a seconda della consistenza e delle possibilità di riutilizzo.
