In questa guida
- Costi per la progettazione dell'impianto elettrico
- Progettazione di impianti elettrici radiotelevisivi ed elettronici.
- Informazione utile
- Progettazione di un impianto elettrico: cosa sono i tre livelli?
- Progettazione impianti elettrici: tipologie.
- Quali sono le norme per la progettazione di impianti elettrici?
- La messa a terra: obbligatoria nella progettazione di un impianto elettrico
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Costi per la progettazione dell'impianto elettrico
Tipo di lavoro | Prezzo | Dettagli |
---|---|---|
Progettazione impianto elettrico casa | 2.000 € | 50 mq |
Progettazione impianto elettrico villa | 4.500 € | 110 mq |
Progettazione impianto elettrico ufficio | 7.000 € | 180 mq |
Progettazione impianto elettrico locale commerciale | 9.500 € | 250 mq |
Progettazione impianto elettrico edificio | 15.000 € | 400 mq |
Come otteniamo i prezzi?
Progettazione di impianti elettrici radiotelevisivi ed elettronici.
Impianto radiotelevisivo
Per la progettazione di impianti elettronici è importante sapere che vengono regolamentati da DM n37/2008 come impianti radiotelevisivi, le antenne e gli impianti elettronici in genere.
Essi trovano esplicazione tecnica nella seguente casistica conosultabile all’interno della circolare numero 279 del consiglio nazionale degli ingegneri.
- Impianti e / o sistemi telefonici, di segnalazioni, controlli, cablaggi
strutturati;
- Impianti di videosorveglianza, controllo accessi, identificazione targhe di
veicoli.
- Impianti e / o sistemi per la gestione elettronica del flusso documentale,
dematerializzazione e gestione archivi.
- Data center, server farm.
- Impianti e/ o Sistemi a controllo numerico e di automazione in genere.
- Impianti e/ o Sistemi per linee per telegrafia, telefonia, radiotelegrafia e
radiotelefonia, impianti in fibra ottica, ponti radio analogici e digitali,
reti locali (LAN) e geografiche (VLAN).
- reti wireless per trasmissione dati, sia Wi-Fi che Hiperlan.
Fonte dell'immagine in: foto.habitissimo.it
Impianto elettrico
Così, per impianti radiotelevisivi si intendono tutti i collegamenti ad impianti fissi funzionanti a tensione bassa. In altri termini, si tratta delle componenti impiantistiche necessarie alla trasmissione e alla ricezione di dati alimentati a tensione inferiore a 50v in corrente alternata e 120 v in corrente continua.
Mentre per impianti elettrici si intendono tutti gli impianti di produzione, trasporto e utilizzazione di energia all’interno di edifici.
Ossia le componenti impiantistiche alimentate a tensione superiore e i sistemi di protezione contro le sovratensioni.
Fonte dell'immagine in: foto.habitissimo.it
Informazione utile
Il costo dei cavi utilizzati per gli impianti elettrici domestici varia seconda della sezione e della dimensione ( ad esempio 1mm, 2,5mm etc) del cavo. In ogni caso, affinché l’utente possa avere una qualche forma di orientamento, il prezzo si aggira intorno a 1 o 2 euro al metro lineare.
- I tempi variano a seconda del progetto dell' impianto elettrico stilato dal progettista.
- Difficoltà: alto
Progettazione di un impianto elettrico: cosa sono i tre livelli?
Forse non tutti sono a conoscenza del fatto che con la norma CEI 64-83 entrata in vigore nel 2011, si è iniziato a parlare di classificazione degli impianti elettrici con la definizione degli standard di cui deve dotarsi l’impianto.
Standard che forniscono le caratteristiche preliminari di cui tener presente nella progettazione dell’impianto elettrico. Esse permettono di aumentare la sicurezza della propria abitazione, di migliorare le prestazioni dell’impianto e dunque incidere sul confort abitativo e su quanto concerne il risparmio energetico.
Per quanto riguarda la potenza si stabilisce che per superfici inferiori ai 75 m2 l’impianto deve esser in grado di fornire una potenza di 3kw mentre per superfici superiori la potenza è di 6kw.
Nella progettazione di un impianto elettrico sarà sicuramente fondamentale pensare ad un’infrastruttura, ossia l’insieme di condutture elettriche, di cassette di derivazione e di scatole “porta frutti”, adeguata ed efficace. Inoltre si prevederà anche la possibilità di effettuare dei lavori alla muratura per far passare cavi.
Ciò a cui però l’installatore o il progettista di impianti elettrici dovrà far riferimento sono i tre livelli prestazionali e di fruibilità dell’impianto.
Ma di cosa si tratta?
Il primo livello o livello base garantisce i requisiti minimi di sicurezza e utilizzabilità. Per ogni locale abitativo viene definito il numero minimo di punti presa, punti luce e punti dati/tv necessari. I circuiti, il cui numero dipende dalla grandezza dell’abitazione, devono esser protetti da un numero adeguato di interruttori magnetotermici (presenti all’interno del quadro elettrico). All’interno del primo livello, il progettista deve aver previsto interruttori impegnati esclusivamente per carichi dedicati (boiler, lavatrice, climatizzatore) o locali esterni (cantina, box).
Il secondo livello o livello standard oltre a quanto previsto nel primo livello, possiede un numero maggiore e di punti presa e di punti luce. In questo modo possono esser installati anche videocitofono e sistemi di allarme. Inoltre possiede anche un dispositivo per la gestione e per il controllo dei carichi.
In ultimo il livello 3 o livello TOP è conosciuto anche come impianto domotico. Esso utilizza una tecnologia che può gestire oltre ai carichi, anche scenari abitativi e gestioni da remoto.
Tra le funzioni gestite: anti-intrusione; controllo carichi; gestione comando luci; gestione temperatura (se non e prevista una gestione separata); gestione scenari (tapparelle etc.); controllo remoto; sistema diffusione sonora; rilevazione incendio (UNI 9795), se non e prevista gestione separata; sistema antiallagamento e/o rilevazione gas. Inoltre rispetto a livello 2, il quadro elettrico prevede l’installazione di un dispositivo di protezione dalle sovratensioni. (SpD).
Progettazione impianti elettrici: tipologie.
Quando ci si trova a parlare di impianti elettrici la prima considerazione da fare è la distinzione fra gli impianti elettrici civili e gli impianti elettrici industriali.
Gli impianti elettrici civili vengono progettati nelle abitazioni private e nei luoghi pubblici mentre gli impianti elettrici industriali si trovano all’interno di luoghi di lavoro e di produzione. Vengono utilizzati a servizio dei macchinari presenti nelle industrie.
Tale breve definizione fornisce la misura della diversa entità di manutenzione richiesta dagli impianti elettrici industriali rispetto agli impianti elettrici civili.
Per entrambe le tipologie di impianti la norma che regola e disciplina la progettazione è la norma CEI 64-8.
È rilevante sottolineare che D.M. numero 37 del 22 gennaio 2008, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici individua un’ulteriore suddivisone. Così presente all’interno dell’articolo 1 (ambito d’applicazione): impianti di produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione, utilizzazione dell'energia elettrica e impianti radiotelevisivi ed elettronici.
Secondo il decreto ai sensi dell’art.5 comma 2, per l’installazione la trasformazione e l’ampliamento degli impianti elettrici civili e industriali è necessaria la redazione di un progetto categoricamente da un professionista iscritto agli albi professionali secondo la specifica competenza tecnica richiesta o in alternativa dal responsabile tecnico dell’azienda installatrice.
Nello specifico, d'altra parte, il professionista iscritto all’albo progetterà impianti elettrici civili ed industriali, ossia:
impianti di unità abitative con potenza impegnata di 6kw o di superficie superiore a 400 mq;
impianti elettrici di potenza complessiva a 1200va;
impianti all’interno di studi medici;
impianti all’interno di immobili adibiti ad attività produttive, al commercio, al settore terziario " quando le utenze sono alimentate a tensione superiore a 1000 V, inclusa la parte in bassa tensione, o quando le utenze sono alimentate in bassa tensione aventi potenza impegnata superiore a 6 kw o qualora la superficie superi i 200 mq".
E' importante sottolineare che sono esclusi dagli obblighi della redazione del progetto (ma non della dichiarazione di conformità) le installazioni per apparecchi per usi domestici e la fornitura provvisoria di energia elettrica per gli impianti di cantiere.
Quali sono le norme per la progettazione di impianti elettrici?
Dal 2011 il Comitato Elettrotecnico Italiano, anche detto CEI, ha pubblicato la Variante 3 alla Norma CEI 64-8 diventata Capitolo 37 dalla denominazione: “Ambienti residenziali: Prestazioni degli impianti”.
Nel 2016 a tale norma si è dotata dell’aggiornamento 8/1.
L’aggiornamento insiste ed individua parametri più specifici per migliorare l’efficienza energetica di “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua”.
Essa definisce e precisa, inoltre, gli standard tecnici richiesti per la certificazione degli impianti elettrici affinché siano sicuri ed efficienti.
Tale certificazione deve essere rilasciata dall'impresa installatrice.
Possono rilasciare certificazione gli operatori iscritti all’albo di installatori di impianti elettrici o installatori riconosciuti da Unae (Istituto Nazionale di Qualificazione delle Imprese d’Installazione di Impianti) e dalla federazione Anie, ossia una federazione nazionale di Imprese elettrotecniche e elettroniche.
È importante sottolineare che la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico deve essere obbligatoriamente rilasciatadall’impresa al committente secondo il D.M. n37/2008, decreto modificato dal direttore del Ministero dello Sviluppo Economico del 19 maggio del 2010.
Come e dove lo si presenta?
L’impresa utilizzerà i modelli di dichiarazione disposti dall’ultimo aggiornamento. Depositerà il documento, in duplice copia ed entro 30 giorni dalla conclusione dei lavori, presso lo Sportello Unico per l’edilizia del Comune dove si trova l’impianto installato.
La messa a terra: obbligatoria nella progettazione di un impianto elettrico
Oggi la vigente normativa in materia elettrica rende obbligatoria nella progettazione dell’impianto elettrico di edifici sia condominiali che privati, la messa a terra.
Ma a cosa serve?
Innanzitutto per messa a terra si intende l’insieme delle operazioni (e relativa impiantistica) necessari per portare tutti i punti di una determinata struttura metallica al medesimo potenziale elettrico (tensione) del suolo ossia 0 volt.
La messa a terra evita, innanzitutto, la folgorazione delle persone. Poiché tutte le strutture metalliche sono collegate a terra e il loro potenziale è portato a 0, nell’evetualità si dovesse entrare in contatto con un elemento in tensione, la tensione si scaricherà a terra evitando così che le persone rimangano folgorate.
Per lo stesso principio, la messa a terra protegge gli operatori che lavorano sul ripristino dell’impianto da eventuali infortuni.
La messa a terra in particolari ambienti, come ad esempio la carrozzeria delle automobili, evita l’accumulo di cariche elettrostatiche, ossia il passaggio di cariche elettriche tra diversi materiali.