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Charybdis è una fontana-tornado progettata da William Pye e si trova nella cittadina inglese di Sunderland. Il movimento circolare di acqua all'interno di un cilindro in acrilico trasparente forma un vortice d'aria nel centro. Al momento del completamento, Charybdis era la più grande scultura acquatica di Pye fino ad oggi. Il materiale impiegato in questa costruzione ha permesso a Pye di estendere il suo linguaggio scultoreo e di esplorare altri modi per sfidare l'elemento dell'acqua. Un alto livello di filtrazione dell'acqua è essenziale per mantenere la trasparenza e quindi esprimere il dramma del vortice.
Vera e propria scultura monumentale, simbolo di salvezza per Venezia e per la sua biennale, le mani giganti di Lorenzo Quinn, artista tra i più apprezzati a livello internazionale, figlio dell’attore hollywoodiano Anthony Quinn e della seconda moglie, la costumista veneziana Iolanda Addolori. Si intitola "Support" l’installazione che tra gli 8 e i 9 metri di altezza rappresenta due mani che sostengono simbolicamente il Palazzo Ca’ Sagredo di Venezia, nei pressi di Rialto. Esempio di un’arte armonica ed equilibrata, è stata concepita per rappresentare le più recenti riflessioni dell’artista sulle problematiche ambientali e sulle variazioni del clima che oggi la nostra società si trova ad affrontare. Le mani, strumenti che possono tanto distruggere il mondo quanto salvarlo, trasmettono un istintivo sentimento di nobiltà e grandezza in grado anche di generare inquietudine, poiché il gesto generoso di sostenere l’edificio ne evidenzia la fragilità.
Ci sono città, come Oslo in Norvegia che ospitano veri e propri musei all'aria aperta, come il Vigeland Sculpture Park. Detto anche il Parco delle sculture è infatti un'area all'interno del Frognerparken di Oslo dedicata all'esposizione permanente di sculture, bassorilievi e opere in ferro battuto dell'artista norvegese Gustav Vigeland. Il piano del parco si articola in cinque aree: il cancello, il ponte, la fontana, la terrazza del monolito, la ruota della vita. Il portale è costituito da cinque entrate decorate da bassorilievi in bronzo, con due porte più piccole in ferro battuto ai lati. Il tema ricorrente è quello dei draghi, uno dei motivi dominanti nella produzione artistica di Vigeland, mutuato dalla tradizione vichinga. Una volta entrati, sulla destra si può vedere la statua di Vigeland, scolpita dall'artista stesso, che si rappresenta al lavoro con martello e scalpello in mano. Attraversato lo spiazzo dell'entrata, si arriva ad un grande ponte in granito, lungo 100 metri e largo 15 e sovradimensionato rispetto all'esiguo canale sottostante. Sulle due sponde del ponte sono montate 58 statue in bronzo. Rappresentano a grandezza naturale uomini e donne, adulti e bambini, in gruppi o figure isolate. Tra le statue del ponte, la più famosa è il Sinnataggen, il bambino furioso: riprodotta su cartoline e pubblicazioni turistiche, è diventata uno dei simboli del parco e della città di Oslo.
Un'opera che ben rappresenta il nostro quesito iniziale si trova in Spagna. Il Parc Gulliver è infatti un parco che si trova situato nel Jardín del Turia di Valencia. L'attrazione principale del parco è una scultura monumentale di Gulliver lunga 70 metri, alla quale si accede attraverso rampe, scivoli, scale e che rappresenta il momento in cui Gulliver è appena giunto nel paese di Lilliput ed è stato legato dai lillipuziani. L'opera è realizzata in scala, in modo da permettere ai visitatori di essere come gli abitanti di Lilliput che camminano sul corpo del personaggio creato da Jonathan Swift.
Poi si finisce per esagerare. E si esagera in Australia, con il progetto Big Things, un insieme leggermente connesso di grandi strutture, alcune delle quali architetture moderne e vere e proprie sculture. Sono circa 150 oggetti in tutto il paese, il primo è il Big Scotsman di Medindie, Adelaide, costruito nel 1963. Si trovano Big Things in ogni stato e territorio australiano. La maggior parte di queste strutture venne ideata come trappola turistica poiché erano situate lungo strade principali tra le destinazioni. Ora tuttavia sono diventate un vero e proprio fenomeno di culto e sono talvolta la meta stessa del viaggio. Molte di queste Big Things sono infatti considerate opere d'arte popolare e sono entrate a far parte del patrimonio culturale australiano.